I campioni del pugilato. Ecco gli 11 migliori atleti della storia del pugilato. Sono i pugili più forti di ogni tempo, di ogni categoria, di ogni epoca, i pugili che hanno vinto più titoli, quelli che hanno il maggior numero di KO nella loro carriera. Per realizzare questa lista abbiamo effettuato una lunga ricerca sui principali siti e riviste di settore. Non è facile definire un elenco. Noi ci abbiamo provato.
Se avessimo allungato la lista avremmo aggiunto i seguenti pugili: Jack Dempsey, Ezzard Mack Charles, Tony Canzonieri, Jack Johnson, Wilfredo Benitez, Sonny Liston, Roy Jones Jr, Pernell Whitaker, Joe Calzaghe, Jake LaMotta, Eder Jofre, Charley Burley, Billy Conn, Alexis Arguello, “The Marvelus” Marvin Hagler, “Prince” Nassem Hammed, Willie Pep, Primo Carnera, Jersey Joe Walcott, James Figg, Gene Tunney, Archie Moore, Salvator Sanchez, Kid Gavalian e Carlo Monzon.
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Volteggia come una farfalla, pungi come una vespa.
Muhammad Ali
I PIÙ FORTI CAMPIONI DELLA STORIA DEL PUGILATO
5° – Roberto Durán
Roberto Durán Samaniego, detto “Manos de Piedra” (Mani di Pietra) (Panama, 16 giugno 1951), è un ex pugile panamense. Nel 2001, Ring Magazine lo ha eletto il peso leggero più forte di tutti i tempi, nel 2002 lo ha collocato tra i cinque pugili più forti degli ultimi ottanta anni. Nel 2006 è entrato a far parte della World Boxing Hall of Fame, nel 2007 della International Boxing Hall of Fame.
Durán è stato campione del mondo in quattro diverse categorie di peso: leggeri (1972–1979), welter (1980), superwelter (1983–1984), medi (1989-1990). Proprio l’incontro del 1989, che gli valse il titolo dei pesi medi, contro Iran Barkley, venne giudicato da Ring Magazine l’incontro dell’anno (Ring Magazine fight of the year). Nel 1979 partecipa al film Rocky II in una scena in cui fa da sparring partner a Rocky Balboa.
4° – Rocky Marciano
Rocky Marciano, pseudonimo di Rocco Francis Marchegiano (Brockton, 1º settembre 1923 – Newton, 31 agosto 1969), è stato un pugile statunitense di origine italiana. Ritenuto il migliore pugile di tutti i tempi da molti esperti, fu campione del mondo dei pesi massimi dal 23 settembre 1952 al 27 aprile 1956 e fu l’unico peso massimo della storia a ritirarsi imbattuto, difendendo il titolo sei volte. Tra le sue 43 vittorie per KO figurano quelle contro pugili del calibro di Roland La Starza, Jersey Joe Walcott e Joe Louis.
Tarchiato, lento, tecnicamente grezzo e dotato di un allungo inferiore alla media dei massimi (170 cm, il minore in assoluto nella storia dei campioni del mondo dei pesi massimi), Marciano riusciva a compensare questi limiti con l’aggressività (talvolta al limite delle regole del ring), la resistenza fisica e, soprattutto, col suo destro terrificante, che gli valse il soprannome di “The Brockton Blockbuster” (Il Bombardiere di Brockton) e con il quale mandò al tappeto tutti i suoi avversari, tra cui i maggiori pugili all’epoca. Il suo strabiliante palmarès è di 49 vittorie di cui 43 per KO, nessuna sconfitta. Dei 43 KO 20 giunsero entro la terza ripresa. In virtù di tale carriera è considerato uno dei più grandi pugili di tutti i tempi.
Molti esperti lo ritengono il miglior pugile della storia. Il suo record d’imbattibilità di 49 incontri è stato battuto soltanto dal welter Floyd Mayweather, il 26 agosto 2017 contro Connor McGregor, ben 61 anni dopo.
3° Joe Louis
Joe Louis, pseudonimo di Joseph Louis Barrow (Lafayette, 13 maggio 1914 – Las Vegas, 12 aprile 1981), è stato un pugile statunitense, fra i più popolari e prestigiosi campioni della storia del pugilato mondiale. Peso massimo, soprannominato “Brown Bomber” e “The People’s Champ”, contribuì a rendere il pugilato uno sport popolare nel periodo post Jack Dempsey, costruendosi una grande reputazione come atleta onesto e laborioso, in un periodo in cui lo sport era dominato dal gioco d’azzardo.
Fu campione del mondo per un periodo di quasi 12 anni: dal 22 giugno 1937 al 1º marzo 1949, durante il quale vinse 27 match validi per il titolo mondiale, record rimasti ad oggi imbattuti nella categoria dei massimi. Nel 2005 Louis fu nominato miglior peso massimo di ogni epoca dalla International Boxing Research Organization. La sua figura ebbe un impatto culturale anche al di fuori dal pugilato: è considerato il primo afroamericano ad aver ottenuto lo status di eroe nazionale, e fu un punto di riferimento del sentimento anti-nazista che condusse alla seconda guerra mondiale.
1° (ex equo) – Sugar Ray Robinson
Sugar Ray Robinson (all’anagrafe Walker Smith Jr.) (Ailey, 3 maggio 1921 – Culver City, 12 aprile 1989) è stato un pugile statunitense, considerato uno dei più grandi di tutti i tempi. Come pugile professionista detenne il titolo mondiale unificato dei pesi welter per 5 anni e conquistò 5 volte quello dei pesi medi. Ottenne numerosi riconoscimenti, tra cui quello di Fighter of the Year nel 1942 e 1951 secondo la rivista Ring Magazine. La stessa rivista gli tributò il titolo di Fighter of the Decade (1950-1960) e gli assegnò il prestigioso titolo di Best Pound for Pound of All Time nel 1997.
Robinson è stato nominato “miglior pugile del XX secolo” da Associated Press e “miglior pugile di sempre” da ESPN nel 2007. La International Boxing Hall of Fame lo ha riconosciuto fra i più grandi pugili di ogni tempo fin dal 1990.
Come pugile dilettante Robinson ottenne un record di 85-0, con 69 vittorie per KO, 40 delle quali nel 1º round. Passò al professionismo nel 1940, a 19 anni, e dal 1943 al 1951 mantenne una striscia di imbattibilità di 91 risultati utili consecutivi, la terza più lunga nella storia della disciplina; al 1951 vantava un prestigioso record professionale di 128-1-2, con 84 KO.
Robinson detiene diversi primati nel mondo della boxe, tra cui quello di essere stato il primo pugile a conquistare per ben 5 volte il titolo mondiale della sua categoria, record che raggiunse sconfiggendo Carmen Basilio nel 1958, riprendendosi il titolo che lo stesso Basilio gli aveva strappato sei mesi prima. Dopo una ricca e longeva carriera, si ritirò per la seconda ed ultima volta l’11 novembre 1965, congedandosi come uno dei picchiatori più temibili di sempre con i suoi 108 KO in 200 incontri.
1° (ex equo) – Muhammad Ali
Muhammad Ali, nato Cassius Marcellus Clay Jr. (Louisville, 17 gennaio 1942 – Scottsdale, 3 giugno 2016), è stato un pugile statunitense, tra i maggiori e più apprezzati sportivi della storia. Sin dagli inizi di carriera, Ali si contraddistinse come una figura carismatica, controversa e polarizzante sia dentro che fuori dal ring di pugilato. Il suo enorme impatto mediatico e soprattutto sociale non ebbe precedenti nel mondo agonistico.
È tra gli sportivi più conosciuti di tutti i tempi, essendo stato nominato “sportivo del secolo” da periodici quali Sports Illustrated e “personalità sportiva del secolo” dalla BBC. Alì, inizialmente conosciuto con il nome di battesimo Cassius Clay, iniziò ad allenarsi all’età di 11 anni. Vinse l’oro Olimpico ai Giochi di Roma nel 1960 e nel 1964, all’età di 22 anni. Successivamente si unì alla setta afroamericana Nation of Islam (NOI) di Elijah Muhammad, cambiando legalmente il suo nome in Muhammad Ali.
La sua battaglia come obiettore di coscienza lo rese un’icona nella controcultura degli anni sessanta. È l’unico peso massimo ad essere stato campione lineare per tre occasioni: nel 1964, 1974 ed infine nel 1978. Tra il 25 febbraio ed il 19 settembre 1964 fu inoltre campione indiscusso della divisione.
Detiene il maggior numero di premi “pugile dell’anno”, assegnato da The Ring, avendo vinto tale riconoscimento nel 1963, 1966, 1972, 1974, 1975 e 1978. Soprannominato “The Greatest” (Il Più Grande), Ali è stato protagonista di alcuni dei più importanti e famosi eventi del mondo pugilistico. Tra questi vi furono la prima controversa sfida contro Sonny Liston, i tre aspramente combattuti match con l’irriducibile rivale Joe Frazier, ed il cosiddetto “Rumble in the Jungle”, il drammatico incontro nel 1974 in Zaire contro il campione in carica George Foreman, dove riconquistò i titoli persi sette anni prima.