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Questo il video con la presentazione degli scatti più belli dei 20 grandi fotografi sul tema dell’universo femminile.
Ecco i venti artisti che hanno fatto la storia della fotografia, i fotografi che hanno saputo immortalare immagini ed emozioni oltre ogni immaginazione.
L’elenco, le biografie (libere rielaborazioni da Wikipedia) e l’intera pagina è ideata, realizzata ed aggiornata da:
Sandro Sansone
(www.pescini.com/sandrosansone.html)
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I FOTOGRAFI PIU’ GRANDI DELLA STORIA
Annie Leibovitz
(USA 1949)
Leibovitz ha uno stile caratterizzato dalla stretta collaborazione tra fotografo e modello. Divenne famosa come fotografa perla rivista Rolling Stone, dal ‘70 al ‘83. Nel 1975, fu la fotografa della tournée dei Rolling Stones. Dal1983 halavorato come fotografa per Vanity Fair. Nel 1990 viene premiata col Infinity Awards per la Applied photography e dal 1998 inizia a lavorare anche per Vogue. E’ stata designata Leggenda Vivente dalla Library of Congress ed ha ricevuto numerosi riconoscimenti a livello mondiale.
Lewis Wickes Hine
(USA 1874-1940)
Sociologo e fotografo, utilizzò la macchina fotografica come strumento per promuovere riforme sociali. Incoraggiò sempre i suoi studenti ad utilizzare la macchina fotografica come mezzo di sviluppo culturale. Le sue classi viaggiarono fino alla Ellis Island fotografando le centinaia di immigrati che vi approdavano. Nel 1907, divenne il fotografo della National Child Labor Committee per cui documentò il lavoro minorile nelle fabbriche per supportare l’impegno nell’abolizione di questa pratica. Nel 1930, gli fu commissionata la documentazione del processo di costruzione dell’Empire State Building.
Philippe Halsman
(Russia/USA 1906-1979)
Durante l’occupazione nazista partì, lui di origini ebree, per gli Stati Uniti grazie all’intercessione dell’amico Albert Einstein. Nel 1941 conosce Salvador Dalì col quale comincia a collaborare. Le foto che realizzano insieme sono dei veri e proprio dipinti surrealisti, la trasposizione realistica dell’immaginario del pittore spagnolo. Negli anni cinquanta sviluppa il progetto che poi prenderà il titolo di Philippe Halsman’s Jump Book, ritratti di personalità del mondo dello spettacolo, dello sport o della politica immortalati nell’atto di saltare, ovvero lo “jumpology”.
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Robert Capa
(Ungheria 1913-1954)
Nel1947 aParigi fonda, assieme a Cartier-Bresson, Seymour e Rodger, l’agenzia Magnum, divenuta una delle più prestigiose agenzie fotografiche. Capa, famoso per la sua temerarietà, andò all’attacco con la prima ondata nello Sbarco in Normandia e si paracadutò da un aereo assieme ai militari professionisti. La sua passione e la sua vita, l’amore per la fotografia, lo porta a morire nel 1954 durantela Prima Guerrad’Indocina. I suoi reportage ricordano 5 conflitti: guerra civile spagnola, guerra sino-giapponese, seconda guerra mondiale, guerra arabo-israeliana e guerra d’Indocina.
Robert Doisneau
(Francia 1912-1994)
E’ una Parigi umanista e generosa ma anche sublime che si rivela nella nudità del quotidiano quella di Doisneau; nessuno meglio di lui si avvicina e fissa nell’istante della fotografia gli uomini nella loro verità di tutti i giorni. Il suo lavoro di intimo spettatore appare oggi come un vasto album di famiglia dove ciascuno si riconosce con emozione. Doisneau ha costruito il suo successo progressivamente: nel 1931 è operatore da Vigneau e nel 1934 è fotografo per le officine Renault. Nel 1939 diviene fotografo illustratore free-lance e nel 1946 entra definitivamente all’agenzia Rapho.
Rodney Smith
(USA – 1947)
Le fotografie di Rodney Smith sono un magnifico esempio di surrealismo fotografico. Si ispirano spesso a grandi artisti, in particolare al pittore surrealista René Magritte. Nelle sue immagini si mescolano sapientemente ricerca scenica e spontaneità. Il sottile confine tra reale e surreale si fa labile, fino a scomparire. Le immagini di Smith vanno alla ricerca di una bellezza che duri nel tempo, lontana dalle mode passeggere e temporanee, giocando con la nostra percezione e la nostra razionalità inventando una visione onirica che ci indica un modo diverso di vedere.
Richard Avedon
(USA – 1923-2004)
Celebre per i suoi innumerevoli ritratti in bianco e nero, ha immortalato i più grandi personaggi dello star system. Tutto ha inizio nel 1944, quando Avedon si unisce alla rivista di moda Harper’s Bazaar, rivoluzionando il settore. Avedon apportò alla fotografia di moda un cambiamento epocale elevandola al rango di arte: le fotomodelle non vennero più immortalate in una posa immobile e statica, ma divennero attrici: cogliendone ogni movimento, riuscì ad afferrare le emozioni delle top model, delle interpreti ed icone di fascino e bellezza. Tecnica questa che donò vita anche agli abiti da loro indossati, facendoli divenire opera d’arte.
Sebastião Salgado
(Brasile 1944)
Dopo una formazione universitaria di economista e statistico decide, in seguito ad una missione in Africa, di diventare fotografo. Nel 1974 entra nell’agenzia Sygma e documenta la rivoluzione in Portogallo e la guerra in Angola e Mozambico. Nel 1975 entra a far parte dell’agenzia Gamma nel 1979 della celebre Magnum Photos. Nel 1994 lascia la Magnum per creare “Amazonas Images”, una struttura autonoma completamente dedicata al suo lavoro. Salgado si occupa soprattutto di reportage di impianto umanitario e sociale, consacrando la propria vita a tali tematiche.
Steve McCurry
(USA – 1950)
Studia fotografia all’Università ma presto inizia a lavorare perla Magnum Agency. Hascattato foto in mezzo mondo, soprattutto in luoghi devastati dai conflitti, cercando ogni volta di capire come facesse la gente a sopravvivere a tanta devastazione e dolore. Inviato in mille fronti di guerra da Beirut alla Cambogia, dal Kuwait alla Jugoslavia, in Afghanistan. Universalmente riconosciuto come “il fotografo di Sharbat Gula” la ragazza afgana fotografata in un campo di rifugiati in Pakistan, fotografia divenuta ben presto un’icona.
Weegee
(Polonia/USA – 1899 -1968)
Arrivato a New York ancora bambino con la famiglia d’origine ebraica, scopre ben presto le durezze di quella realtà urbana. E’ fotografo freelance e sceglie come postazione strategica il quartier generale della Polizia di Manhattan per accorrere sempre fra i primi sul luogo di ogni delitto. Le sue foto ritraggono i luoghi e i protagonisti della vita di strada, le loro tragedie e miserie, ma anche i loro momenti d’intimità e di svago, con curiosità e partecipazione, e con un profondo senso della teatralità in immagini altrimenti troppo crude.
Il viaggio nella bellezza prosegue a:
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