Le 15 canzoni napoletane più belle di tutti i tempi (3)

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Sprofondando nel blu – Pescini


(5) Santa Lucia Luntana

“Santa Lucia Luntana” è una canzone napoletana scritta da E. A. Mario nel 1919, dedicata ai tantissimi emigranti napoletani che partivano dal porto di Napoli alla volta di terre lontane (quasi sempre alla volta delle Americhe); le parole del brano sono appunto ispirate ai sentimenti che questi provavano allontanandosi dalla terraferma, fissando il pittoresco panorama del borgo di Santa Lucia, ultimo scorcio della loro terra che riuscivano a vedere, sempre più piccolo, all’orizzonte. La canzone, che divenne subito un successo non solo popolare e fu molto importante a livello sociale perché portava alla luce la realtà dell’emigrazione – fenomeno fino ad allora misconosciuto dalla cultura ufficiale.  La proponiamo nella versione di Claudio Villa e de I Tre Tenori.


(4) Te voglio bene ‘assaje

Te voglio bene assaje è una canzone in lingua napoletana composta nell’Ottocento e già cantata dalle massaie napoletane intorno al 1839. Secondo molti critici musicali rappresenta l’atto di nascita della canzone d’autore moderna o comunque il passaggio dalla musica popolare alla canzone d’autore, visto che è stato il primo brano musicale a partecipare alla festa di Piedigrotta nell’ambito della gara canora. Il componimento scritto fu piuttosto lungo e la sua forza penetrativa nella massa di ascoltatori gli venne conferita dal ritornello accattivante e e orecchiabile. Presentiamo questa canzone nella primissima versione di Rino Loddo (1956) quella di Sergio Bruni.


(3) Torna a Surriento

Torna a Surriento è una canzone napoletana, composta nel 1902 da Ernesto De Curtis e scritta da suo fratello, Giambattista. La canzone fu ufficialmente pubblicata con diritti d’autore nel 1905 (prima registrazione in giugno da parte del tenore Mario Massa), momento dal quale divenne molto popolare, e fino ad oggi è stata eseguita da innumerevoli cantanti. Claude Aveling scrisse il testo in inglese della canzone, intitolato Come Back to Sorrento, da cui Doc Pomus e Mort Shuman la riadattarono per la versione di Elvis Presley, intitolata Surrender. La canzone fu presentata in pubblico per la prima volta nel 1902, eseguita probabilmente dalla coppia Giovanni Ambrosini e Maria Cappiello. La presentiamo nella storica versione del tenore Mario Massa e in quella della brava cantante Noa.


(2) Tu Sì ‘Na Cosa Grande

Nel 1964 Modugno cerca di cambiare casa discografica per passare alla Curci, e la prima incisione con la nuova etichetta èla canzone Tusi’ ‘na cosa grande, che vince il Festival di Napoli di quell’anno. La Fonit Cetra decide di sfruttare il successo della canzone e pubblica un 45 giri con una registrazione dello stesso brano che Modugno aveva effettuato qualche mese prima; inoltre ristampa molti vecchi 45 giri del cantautore con nuovo numero di catalogo e, infine, dà alle stampe anche un 33 giri intitolato Modugno con alcune vecchie canzoni e tre inediti su LP tra cui Tu si’ ‘na cosa grande. Presentiamo questo brano nella versione originale di Domenico Modugno e nell’interpretazione di Sergio Cammeriere.


(1) Voce ‘e notte

Il testo del brano racconta di un uomo recatosi sotto il balcone della donna da lui amata per dichiararle il suo sentimento, sebbene lei sia già impegnata con un altro uomo, che dorme al suo fianco. Non a caso, si tratta di un componimento dal contenuto puramente autobiografico: infatti Nicolardi, all’età di 25 anni, si era invaghito di Anna Rossi, la quale, per volere dei genitori, andò in sposa a Pompeo Corbara, un facoltoso commerciante settantacinquenne, ma dopo la morte di quest’ultimo, egli poté infine prendere la ragazza come moglie. Ve la presentiamo prima nell’interpretazione di Peppino di Capri e poi di Lina Sastri.


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Neve di primavera – Pescini


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