
Eppure, certe volte, mi sento sconfitto.
Cerco, provo, mi impegno. Ma poi alla fine non riesco.
E’ vero. Sulla carta è facile, ma nella realtà…
L’essere felice, sicuro di ciò che sei, del tuo futuro, della vita.
Il totale silenzio, mi ha provocato un leggero, impercettibile fischio negli orecchi. Un silenzio che mi ha turbato. Ho staccato gli occhi dalle pagine e alzando lo sguardo ho sentito la chiarezza della luce di una trasparente mattina di ottobre. Un sottilissimo brivido si è sviluppato su tutto il corpo.
C’era qualcosa di straordinario in quel momento, ma non capivo. Una situazione che mi aveva permesso di percepire, in modo inusuale, di stare bene. Ma perché? Era un giorno di lavoro come tanti altri con una serie di impegni non proprio piacevoli o rilassanti. Insomma le solite grane routinarie. Tutto andava ‘regolarmente’ ma niente di più.
Poi, ho capito. Non era qualcosa che c’era che aveva fatto scattare questo momento di ‘equilibrio interiore’. La causa risiedeva in qualcosa che non c’era. Qualcosa che esiste e che ha un forte impatto su di noi, ma che umanamente tendiamo a dimenticare appena superato. Stamani però, miracolosamente, sono riuscito a riconoscere il suo spettro, la sua ombra, il suo ricordo, confusi con il tepore dell’interno, il ‘rumoroso’ silenzio, la luce mattutina e l’aria fresca filtrata dal finestrino socchiuso.
Era lui. Il grande assente.
Il dolore.
Lorenzo Pescini – (6 marzo 2006)
Foto di Donato Longarzo
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