I film più belli – Ecco i 10 film più straordinari di tutti i tempi. I film che ci hanno fatto sognare e che faranno sognare chissà quanto altre generazioni future.
Per arrivare a questo elenco abbiamo cercato per settimane sulla rete e su giornali specializzati analizzando decine di classifiche di tutto il mondo. Speriamo di aver fatto un buon lavoro! Per ogni film vi presentiamo una breve introduzione (libere elaborazioni da wikipedia.com), il trailer e la colonna sonora.
I FILM PIU’ BELLI DI SEMPRE
10° Apocalypse Now (1979)
Apocalypse Now è un film del 1979 diretto da Francis Ford Coppola, liberamente ispirato al romanzo di Joseph Conrad Cuore di tenebra, vincitore della Palma d’oro al 32º Festival di Cannes[1] e di due premi Oscar nel 1980 per la migliore fotografia (a Vittorio Storaro) e per il miglior sonoro (a Walter Murch). Pur presentato in concorso al Festival di Cannes in una versione work in progress, non ancora definitiva, conquista la Palma d’oro ex aequo con Il tamburo di latta di Volker Schlöndorff. Sia ai Premi Oscar sia ai Golden Globe viene superato come miglior film dal dramma familiare Kramer contro Kramer, scontando probabilmente il fatto di essere stato distribuito successivamente a un altro viet-movie, Il cacciatore, trionfatore agli Oscar dell’anno precedente, con cinque premi vinti, fra cui quelli per miglior film e migliore regia.
Il National Board of Review of Motion Pictures lo inserisce fra i migliori dieci film del 1979, preferendogli come miglior film in assoluto Manhattan di Woody Allen. L’American Film Institute nel 1998 lo inserisce al 28º posto della sua lista dei cento migliori film statunitensi di tutti i tempi e dieci anni dopo, nella lista aggiornata, lo inserisce al 30º posto. Nel 2005 inserisce la battuta «I love the smell of napalm in the morning… smelled like victory» (in italiano tradotta con «Mi piace l’odore del napalm di mattina… profuma di vittoria») al 12º posto della sua lista delle cento migliori battute dei film statunitensi di tutti i tempi. Nel 2000 viene scelto per essere conservato nel National Film Registry della Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti.
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9° Full Metal Jacket (1987)
Full Metal Jacket è un film di guerra statunitense del 1987 diretto da Stanley Kubrick. Il film è ispirato al romanzo Nato per uccidere (The Short-Timers) di Gustav Hasford, un ex Marine e corrispondente di guerra che ha collaborato alla sceneggiatura. Il titolo originale si riferisce alla guaina in rame dei proiettili incamiciati, citati da uno dei protagonisti a metà della storia. L’AFI lo ha inserito al novantacinquesimo posto nella classifica AFI’s 100 Years… 100 Thrills.
Il film, ambientato durante gli anni della guerra del Vietnam, è diviso in due parti nettamente distinte, rispettivamente l’addestramento militare delle reclute ed i Marine in guerra. La locazione temporale è la fine del 1967 e gli inizi del 1968. Secondo Sandro Bernardi, «il Vietnam da questo film è sparito»: la guerra è visibile in forma estremamente concentrata solo nella seconda parte dell’opera, in cui viene rappresentata anti-epicamente, al di fuori dell’iconografia cinematografica classica (cui nel 1958 si conforma anche, parzialmente, l’altro film di guerra di Kubrick, Orizzonti di gloria) che la vuole in primo piano. Singolare il fatto che le scene di guerra siano ambientate in una città (ricordando la battaglia di Hue del 1968) quando la Guerra del Vietnam è stata combattuta in prevalenza nella giungla, cui è legata l’iconografia più diffusa.
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8° I Sette Samurai (1954)
I sette samurai è un film del 1954 diretto da Akira Kurosawa e interpretato, tra gli altri, da Toshirō Mifune e Takashi Shimura. Il film è considerato un vero jidaigeki, rimanendo allo stesso tempo nel genere dell’intrattenimento. Di fama mondiale, la pellicola è uno dei più grandi successi di Kurosawa, addirittura considerata da diverse organizzazioni il migliore film giapponese, nonché il primo prototipo del film d’azione. Il film, ambientato nel Giappone della fine del XVI secolo (più precisamente nel periodo a cavallo tra il 1587 e l’anno successivo), racconta la storia di un pugno di disperati contadini di un villaggio in cerca di una difesa dalla prossima distruzione annunciata da parte di un gruppo di predoni affamati. L’anziano del villaggio suggerisce ai contadini di cercare aiuto tra i samurai senza signore (Rōnin).
La ricerca si presenta subito come un’impresa ardua, nessun guerriero avrebbe offerto aiuto a dei poveri contadini che non avrebbero potuto ricompensare le loro gesta con gloria e denaro. Grazie alla forza della disperazione, i contadini convincono Kambei Shimada (Takashi Shimura) ad aiutarli. Kambei ritiene sia necessario assoldare altri sei samurai per la difesa del villaggio. Alla fine in realtà il gruppo sarà composto da sei samurai e da Kikuchiyo (Toshirō Mifune), un coraggioso contadino che finge di essere un potente guerriero. Tornati al villaggio, Kambei, leader del gruppo, prepara le difese. Dopo tre giorni di battaglia, il gruppo dei quaranta briganti viene decimato e definitivamente sconfitto. Nel corso dei combattimenti, oltre a diversi contadini, quattro samurai hanno perso la vita. I tre superstiti, Kambei, Katsushirō, e Shichirōji assistono ai festeggiamenti degli abitanti del villaggio con l’animo rattristato per la perdita dei compagni.
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7° La donna che visse due volte (1958)
La donna che visse due volte (Vertigo) è un film del 1958 diretto da Alfred Hitchcock. Il film è tratto dal romanzo D’entre les morts (1954), scritto da Thomas Narcejac (1908–1998) e Pierre Boileau (1906–1989). Nel 1989 il film è stato inserito fra quelli conservati nel National Film Registry presso la Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti. Nel 1998 l’American Film Institute l’ha inserito al sessantunesimo posto della classifica dei cento migliori film americani di tutti i tempi, mentre in quella aggiornata del 2007 è salito al nono posto.
Nell’agosto del 2012, secondo il sondaggio di Sight and Sound per conto del British Film Institute, ha scalzato Orson Welles e il suo Quarto potere andando ad occupare il primo posto come migliore film di sempre; Quarto potere deteneva il primato dal 1962. Giustamente famosi i contributi tecnici del compositore Bernard Herrmann, con una partitura musicale ispirata al melodramma italiano e alla sinfonia I pianeti (Saturno) di Gustav Holst, e del title designer Saul Bass, autore della sequenza introduttiva. Si individuano anche riferimenti alla magica e infiammata musica di Le Valchirie e del Liebestod da Tristano e Isotta (molto appropriata alla favola moderna delle due Isotte). Spesso la musica evoca atmosfere del mondo perduto della California spagnola.
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6° Fight Club (1999)
Fight Club è un film diretto da David Fincher, basato sull’omonimo romanzo di Chuck Palahniuk. Il film è sceneggiato da Jim Uhls e prodotto da Art Linson e Arnon Milchan. Il film offre una visione altamente critica del consumismo e dell’alienazione dell’uomo moderno. Nel 2008 è inserito al decimo posto nella classifica “500 Greatest Movies of All Time” stilata dalla rivista britannica Empire. La colonna sonora del film è stata quasi interamente prodotta dai Dust Brothers.
La canzone che fa da sottofondo all’ultima scena del film e ai titoli di coda è invece Where Is My Mind?, hit dei Pixies. La pellicola risultò un successo al botteghino. Ebbe infatti un incasso di poco superiore ai 100 milioni di dollari, contro un budget di 63 milioni di dollari. Il film ha invece ottenuto recensioni piuttosto contrastanti da parte della critica. In particolar modo è stata criticata la violenza presente nel film mentre è stato invece lodato il montaggio del film. Ha riscosso anche un crescente e sotterraneo successo in home video, fino a diventare un cult movie tra gli appassionati.
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