Khaled Hosseini – Il cacciatore di acquiloni (2004)

Hosseini con “Il cacciatore di acquiloni” scrive un libro in forma di Sonata: presentazione del tema, sviluppo, ripresa. E’ un modello stilisticamente impeccabile. E’ un cerchio che si chiude perfettamente. Ed è proprio questa perfezione che a qualcuno ha fatto venire il sospetto di poca autenticità dei contenuti. Personalmente non posso che parlane bene di questo romanzo. E’ un libro commovente, ben scritto, profondo. La storia è avvincente ma ciò che ho trovato davvero straordinario è che un autore racconti di se stesso, non come un eroe o personaggio dalle grandi virtù come avviene spesso, bensì come una persona debole, egoista, umanamente scadente. Amir è infatti l’anti eroe e nei confronti dell’amico Hassan appare una nullità nonostante appartenga ad un rango sociale superiore. Ho finito il libro con le lacrime agli occhi e appena letta l’ultima pagina mi sono fiondato in libreria per acquistare “Mille splendidi soli” che però ho lasciato per letture future: il rischio che una seconda opera non all’altezza della prima potesse in qualche modo offuscare la grande emozione che ho provato divorando questo libro mi ha portato ad orientare la scelta su altre cose. (28 aprile 2008)

Voto: 5/5

Lorenzo Pescini, durante la lettura di questo libro, vi invita ad ascoltare il brano “Danza dell’acqua”:

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Per ritornare nello studio musicale virtuale di Lorenzo: www.pescini.com